Indicatore di Lisbona
L’indicatore di Lisbona da anni viene preso come riferimento a tutti i livelli (regionale, nazionale e internazionale) per misurare il livello di accoglienza nella rete dei servizi educativi per la prima infanzia. Questo è stato definito nel quadro delle politiche europee per l’occupazione femminile e risponde all’obiettivo specifico per gli stati membri di fornire, entro il 2010, un’assistenza all’infanzia per almeno il 33% dei bambini di età inferiore ai tre anni. Nella parte sinistra, oltre a presentare il valore dell’indicatore di Lisbona, è offerto un ulteriore approfondimento sulle componenti che contribuiscono a tale risultato, considerando separatamente i bambini accolti nei nidi pubblici (a gestione diretta o indiretta), i bambini accolti nei nidi privati (per posti convenzionati e non convenzionati con il Comune), i bambini accolti nei servizi integrativi ed i bambini di 2 anni iscritti in anticipo alle scuole dell’infanzia (i cosidetti “anticipatari”). L’incidenza di quest’ultima componente (gli anticipatari) è inoltre evidenziata nel grafico a torta che mostra il peso delle due dimensioni dell’accoglienza: quella riconducibile ai servizi educativi per la prima infanzia (comprendendo al loro interno anche i bambini temporaneamente accolti nel corso dell’anno educativo) e quella riferita all’accesso anticipato alla scuola dell’infanzia. La terza componente della torta, quella dei residenti “non accolti” comprende al suo interno i non richiedenti, i bambini in lista di attesa ed i rinunciatari mai frequentanti. In particolare le due dimensioni dell’accoglienza (residenti accolti nei servizi educativi per l’infanzia o nella scuola dell’infanzia come anticipatari) sono evidenziate in serie storica a destra, mettendole a confronto con la quota residuale di residenti non accolti.
Principali risultanze (dati regionali):
- Cresce l’accoglienza dei bambini di età 3-36 mesi: nel 2018/19 l’indicatore di Lisbona è al 39,1% dopo aver superato il traguardo europeo del 33% nel 2011/12. Va però evidenziato come la maggior crescita rispetto all’anno precedente va imputata sia ad un aumento dei bambini complessivamente accolti (27710) ma soprattutto alla diminuzione della popolazione nella fascia 3-36 mesi (denominatore del rapporto)
- Gli anticipatari nella scuola dell’infanzia contribuiscono per il 3,8% all’accoglienza dei bambini di età 3-36 mesi